👨🏻🏫 4 punti da considerare se fai formazione
Cosa succede quando una canzone va virale su TikTok
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Domenica da coma post corso di formazione:
👉 4 punti da considerare se fai formazione
👉 Cosa succede quando una canzone va virale su TikTok
👨🏻🏫 4 punti da considerare se fai formazione
Ho finito venerdì un corso dedicato all’e-commerce dove ho avuto ben 60 ore di lezione somministrate a distanza ( su Zoom ).
Fare formazione mi piace moltissimo, mi permette di conoscere persone nuove, mi fa sentire di avere un impatto sull’ambiente circostante e sugli studenti, mi fa ascoltare punti di vista diversi in particolare sono super interessanti quelli di “vergini” di un argomento che ti danno l’opportunità sempre di uscire dalla tua bolla di conoscenze e convinzioni che è sempre utile avere.
In questo caso la classe era molto variegata sia a livello geografico ( persone che vengono da tante parti della nostra penisola ), con uno storico personale diverso, obiettivi diversi ed anche età diverse.
È stata un’occasione per riflettere su alcuni argomenti che possono essere importanti perlomeno per la formazione digitale in Italia.
Qui di seguito 4 punti da considerare se fai formazione, e da valutare se sei uno studente e vuoi frequentare un corso:
1. Il problema della distanza
Facendo lezioni a distanza e dal vivo i sistemi di insegnamento sono tremendamente diversi.
In aula dal vivo dopo vari test ho smesso di utilizzare le slide, le persone si addormentano a guardare te che giri slide e non presta attenzione a quello che dici. Dal vivo quindi preferisco la cara vecchia lavagna che ha quella magia di poter scrivere e cancellare, ma soprattutto modellare la spiegazione sulla base degli studenti, sulle loro espressioni di perplessità e di poter riscrivere un concetto in diecimila modi diversi pur di arrivare al fine ultimo: la comprensione dell’argomento.
Nelle lezioni a distanza invece l’approccio è totalmente diverso: never without slides! Utilizzare una presentazione è l’unico modo per poter far seguire le persone che da una scrivania sono sottoposte a migliaia di distrazioni (notifiche, chiamate, persone per casa, l’istinto a farsi gli affari propri etc.). Le slide quindi aiutano a mantenere il filo ed avere un riferimento da poter leggere. Questo porta con sé la difficoltà di però modellare la spiegazione sulla base dello studente.
In particolare alcune materie sono davvero state ostiche, ad esempio gli strumenti: Google Ads, Facebook Ads, Google Analytics… immaginate di guardare un tizio che vi sta facendo l’onboarding di uno strumento inserendo nozioni di utilizzo dello stesso: posso solo immaginare la difficoltà degli studenti.
L’unico modo di superare l’ostacolo è assicurarsi di riuscire a far eseguire a tutta la classe una parte pratica applicata e di seguirli passo passo in questo procedimento, e questo è possibile solo con classi molto piccole.
Poi tralasciamo i problemi infrastrutturali: wifi, microfono, webcam etc.
Insomma fare una lezione online è una gran sfacchinata secondo me, 10 volte più difficile di una lezione dal vivo.
2. Meglio un argomento di meno, ma…
All’inizio il mio programma era molto vasto, non conoscendo la classe era per me impossibile definire i tempi precisi da poter seguire.
Solo conoscendo le peculiarità di ogni studente piano piano capisci quale è il passo della classe e secondo me la filosofia deve essere solo una: nessuno deve rimanere indietro (se ce la sta mettendo tutta).
Sono passati ormai 11 anni dalla mia maturità e ricordo benissimo la fatica nel seguire programmi infiniti dove solo una parte della classe era al passo con questi fantomatici programmi ministeriali.
Dove non c’era un approfondimento, una comprensione, ma solo una somministrazione di nozioni che DEVONO essere affrontate.
Invece la formazione, soprattutto quella professionale, deve permettere a tutti di comprendere l’argomento anche a costo di perderne alcuni.
I più “svelti” avranno comunque la capacità di assorbire i concetti mancanti in autonomia, noi dobbiamo però fare in modo che tutti siano allineati alla fine. TUTTI!
3. Non deteniamo segreti di Fatima, diamo tutti noi stessi agli studenti
Alla fine del corso i miei studenti hanno espresso la loro felicità nell’aver seguito un corso dove non mi sono risparmiato nulla. Sono andato nel profondo, portando le mie opinioni ed esperienze professionali, anche spiegandole nel significato, utilizzando esempi pratici e reali.
Come loro stessi mi hanno confermato ( ma molte volte anche io ho avuto la disavventura di trovarmi nella stessa situazione ), molti corsi rimangono sul vago sparando vagonate di teoria e di concetti “troppo avanzati”. In un corso professionale bisogna uscire ed avere un quadro chiaro dell’argomento, che l’esperienza poi rende profondo.
Se dovete spiegare Google Ads non perdete un’ora a raccontare la storia di Google, piuttosto raccontate quando usarlo e quando no, quali sono le sue implicazioni, portate casi studio veri.
Dobbiamo creare CONSAPEVOLEZZA negli studenti, perché la nostra formazione contribuisce alla conoscenza digitale del paese.
Il risultato più grande che raggiungo a fine corso è solo uno: avere persone consapevoli e che hanno una nuova visione del mondo ( in questo caso del digitale, del business e del marketing ).
4. Dare disponibilità
All’università ( ho studiato Economia ) c’erano chiaramente due tipi di professori: il professionista e il teorico. Noi che siamo professionisti dobbiamo dare disponibilità, dispensare consigli, ascoltare le persone e le loro idee.
Io ho avuto di avere un mentore che mi ha fatto sbagliare ma mi ha anche permesso di evitare molti errori e quindi delusioni e tempo. Noi dobbiamo fare lo stesso con i nostri studenti. Lo dobbiamo a loro, lo dobbiamo alla società e alla cultura Digital italiana.
Quello che noto sempre più invece è il nascondersi di molti formatori ed esperti ad un livello superiore: mai cosa più sbagliata. Una volta siamo stati studenti anche noi e se siamo diventati ciò che siamo ora è sì grazie ai nostri sforzi ma anche alle persone che ci sono state vicine.
Impariamo a distribuire conoscenza e sapere, senza per forza avere sempre qualcosa in cambio. Distribuiamo energie positive.
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Vox ha pubblicato un interessante video/studio su come TikTok influisce sul mercato musicale cambiando le regole di un settore che per anni è stato chiuso, con il web si è democratizzato e con TikTok si è ufficialmente aperto a chiunque.
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Post Scriptum
Nel periodo estivo un po’ tutto si ferma quindi usciranno contenuti più brevi e striminziti con un po’ di classifiche e consigli. Questo perché vorrei riuscire a tirare fuori qualche podcast e qualche nuovo video su Youtube da Settembre/Ottobre. Perciò stay tuned e colleghiamoci su Linkedin se ancora non lo abbiamo fatto.
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