🛠 Apple ti permetterà di riparare in autonomia il tuo iPhone: chi ci perde?
Crypto.com fa le fiamme 🔥
Sabato a Cupertino e Los Angeles:
👉 Apple ti permetterà di riparare in autonomia il tuo iPhone: chi ci perde?
👉 Crypto.com si sta prendendo l’attenzione del pianeta
🛠 Apple ti permetterà di riparare in autonomia il tuo iPhone: chi ci perde?
Cosa è successo?
Probabilmente lo avete letto, la notizia ha buzzato un po’ ovunque online: Apple ci permetterà di riparare in autonomia i nostri dispositivi dal 2022.
L’azienda di Cupertino infatti ha creato il suo Self-Repair Program, che metterà a disposizione un manuale per guidarti nelle operazioni da compiere per riparare in autonomia il tuo dispositivo.
Saranno poi creati store per le parti di ricambio e la strumentazioni di cui hai bisogno, con più di 200 pezzi in totale disponibili.
In più, come già fa con i propri prodotti, se porterai indietro componenti usate avrai uno sconto sul prezzo delle componenti di ricambio.
“Garantire un accesso più ampio ai componenti di ricambio originari Apple dà ancora più potere di scelta ai nostri consumatori se hanno bisogno di effettuare una riparazione. Negli ultimi tre anni Apple ha quasi raddoppiato il numero di servizi all’utente che utilizzano componenti di ricambio, strumenti e formazione certificati Apple, e ora forniremo un’ulteriore opzione per chi vuole riparare in autonomia i propri dispositivi“
Chi vince?
Tutti, praticamente tutti, o meglio qualcuno no ma prima devo spiegarvi chi sono i vincitori della storia, e solo dopo potremo comprendere gli sconfitti.
A vincere sono:
I consumatori
Finalmente anche i clienti più pignoli e con la necessità di voler mettere mano ai loro dispositivi invece che pagare l’assistenza Apple saranno soddisfatti.
Chiunque potrà sistemare in autonomia il suo Macbook o il suo iPhone.I riparatori di terze parti:
Si apre un nuovo scenario anche per i riparatori di terze parti che potranno accedere a componenti derivati direttamente da Apple con tanto di istruzioni per l’uso. Se prima dovevano ricercare soluzioni made in China, ora possono offrire tranquillamente una assistenza di qualità.
Apple stessa:
Ma come? Anche Apple?
Bhe certo, la mossa non è stata fatta a caso, questo è ovvio. Dopo anni e anni di inflessibilità su questo argomento la decisione ha necessitato di parecchio brainstorming. Probabilmente Apple è anche quella che ha più vantaggi.In primis il vantaggio è legale, Joe Biden a breve avrebbe reso illegale l’impossibilità del self repair. Allora, meglio fare un passo avanti e adeguarci fin da subito ma senza la fretta degli avvocati.
Secondo motivo: aumentare la customer base! Per anni Apple ha perso una fetta di mercato, legata agli smanettoni, chi si impuntava e non acquistava un hardware di Cupertino per il semplice motivo che non poteva accettare di doversi rivolgere alla costosa assistenza di Apple “per sistemare una ca**ata”.
Terzo motivo, potrà tranquillamente allentare la cura del cliente, vendere garanzie superiori e darne minori in acquisto standard.
Chiudo con il quarto motivo molto semplice ed è una causa derivante da un problema globale: l’approvvigionamento di componenti. Vista la penuria di componenti in tutto il mondo dovuti alla crisi pandemica (che ha permesso a molti stati ed aziende di capire l’importanza di produrre componenti anche in Paesi che non siano la Cina) con il programma di ritiro sarà in grado di rispondere meglio alle richieste del mercato e riutilizzare i componenti per altri prodotti.
E allora chi ci perde?
Partendo dal presupposto che questa sia un’opinione più o meno condivisibile, gli sconfitti sono il brand Apple e Steve Jobs.
La prendo però un po’ più alla larga.
Negli ultimi anni Tim Cook a Cupertino ha veramente “fatto i botti” (come si dice a Roma). Ha portato l’azienda a crescere in maniera esponenziale, macinando miliardi di dollari di profitto, questo è indubbio.
Però io, personalmente, ho notato un grande dietro front di Apple rispetto ai suoi valori. Steve Jobs da visionario e pazzo si è sempre imposto sul fatto che Apple avrebbe dovuto trainare l’innovazione e rendere il cliente partecipe del cambiamento, insegnandogli ad essere un innovatore.
Ora invece tutto è cambiato , Apple risponde alle richieste del pubblico, il design va pian piano disgregandosi (basti guardare l’ultimo Macbook, che potrebbe essere scambiato con un qualsiasi altro laptop). In pochissimo tempo si fa dietrofront su convinzioni come la touch bar sempre sul Macbook che non doveva essere eliminata ma migliorata (come tutte le innovazioni hanno bisogno di essere testate e provate) perchè “non è piaciuto”.
Tutto questo per avvicinarsi a una nuova fetta di mercato, la professional.
È chiaro a tutti che ora Apple non è più interessata solo al consumer finale e vuole lavorare con le aziende in maniera preponderante, lo si vede per i cambiamenti lato hardware e software.
Nessuno però si è chiesto perchè dalla morte di Steve Jobs non sia nato nessun prodotto disruptive? Come iPhone, iPod, iTunes…
Apple dal 5 Ottobre 2011 non ha lavorato su un solo prodotto innovativo disruptive, solo lavoro di innovazione incrementale.
AppleWatch? È stato solo la versione Apple di un dispositivo già creato.
Apple Music ed Apple Tv? Dovevano aprirlo Spotify e Netflix il mercato?
Per me i grandi sconfitti degli ultimi ottimi fatturati di Apple sono Steve e il Brand.
Il brand per la prima volta ha ammesso nella sua comunicazione principale, che i propri dispositivi possano rompersi e che addirittura possono farlo tutti, non è più una tecnologia così all’avanguardia.
Parliamoci chiaro, è ovvio che sia così, ma un conto è dare una garanzia post vendita, un conto è ammettere al mondo intero qualcosa che non è mai stato detto “I nostri dispositivi si rompono e potete anche aggiustarveli da soli”.
… potete anche aggiustarveli da soli.
E dove è la tecnologia irreplicabile?
C’è chi spiega tutto con il fatturato “i soldi sono soldi”, ma c’è chi come me ha creduto in Apple per la sua attitudine… e ora non vede altro che “più grande, più bello, più lungo, più veloce”, non ho più espressioni di stupore.
Chapeau per Tim ma, da romantico, per me è no.
Memino per rendere la situazione meno amara:
💰 Crypto.com si sta prendendo l’attenzione del pianeta
Mentre là fuori ancora molta gente è dubbiosa sul mondo crypto e sulla sua durabilità nel lungo periodo, i player del settore stanno conquistando letteralmente l’attenzione del pianeta.
In questo caso specifico Crypto.com è probabilmente il più virtuoso per quanto riguarda la visibilità.
Il valore principale di Crypto.com è l’accessibilità, rende l’acquisto di cryptovalute estremamente semplice anche a chi non ne capisce molto (rispetto ad exchange come Binance, più complessi).
Sono mesi che vedo questa azienda però macinare contratti e sponsorizzazioni e questo ci permette di capire due cose:
Quanti (tanti, molti, infiniti) soldi stanno generando queste piattaforme
La loro vision sulla tecnologia su cui poggiano
Partiamo dalle partnership di Crypto.com per capire quanto hanno speso nel solo 2021 in sponsorizzazioni, endorsement ( o almeno quelli maggiori):
L’ultima in senso temporale, lo Staples Center di Los Angeles, casa dei Lakers(NBA), dei Clippers(NBA), dei Kings (NHL) e degli Sparks (WNBA).
Ora si chiama Crypto.com Arena.
Costo dell’operazione? 700 milioni di $ per un contratto di 20anni.Global Partner per Formula 1 - 100 milioni di $ per 5 anni di contratto
Sponsorizzazione nella UFC - 175 milioni di $ per 10 anni di contratto
Il calcio della Serie A - dato non pubblico ma possiamo immaginare
Philadelphia 76ers (squadra di NBA) - 10 milioni di $ l’anno per essere sulla maglia
Paris Saint Germain - tra 29.5 e 35.4 milioni di dollari per 3 anni di contratto
Più di un miliardo in sponsorizzazioni solo nel mondo dello sport.
Probabilmente l’azienda più aggressiva del mondo crypto (almeno nella comunicazione) e pronta a creare un asset di lungo periodo importantissimo rivolgendosi a enormi platee.
Sarà forse che le crypto sono destinate a durare? Magari non come valuta ma come mercato alternativo a quello azionario?
Grande Giove! ⚡️
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Serie consigliata 📽
Di libri ricominciamo a parlare appena finisco il libro di Will Smith
Strappare lungo i bordi
Serie animata, breve ma intensa, creata da Zero Calcare e Netflix.
Parla e dialoga con le nuove generazioni a partire dai Millenials. Oltre ad essere realizzata in modo egregio, dà voce ai fumetti di ZeroCalcare con una serie di episodi che convergono in un unico puzzle.
Ti fa sentire meno solo al mondo, più compreso senza dubbio.