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Oggi mi fate da psicoterapeuti sui miei dissidi etici:
👉 Google Analytics: il Garante della Privacy è un rompip***e?
Google Analytics: il Garante della Privacy è un rompip***e?
Negli ultimi giorni chi è nel settore digital è stato scosso da un terremoto bello grosso…
Mi fa sempre ridere pensare che mentre noi vediamo tsunami, catastrofi, apocalisse (guarda anche il caso iOS 14), intanto il mondo continua a girare tranquillamente e beatamente come se nulla fosse… proprio perché i problemi che ci creiamo sono immensamente più insignificanti di quello che pensiamo.
Google Analytics dice il Garante della Privacy è FUORILEGGE, ma aspettate un secondo faccio una premessa.
Internet è stato per anni un far west dove privati ma soprattutto aziende hanno fatto il brutto e cattivo tempo, costruendo strumenti in grado di paralizzare la società, e come se non bastasse “rubargli” i dati per poi farsi pagare per vendergli la pubblicità, e quindi rubarglieli di nuovo per vendere altra pubblicità.
Da Marketer (Digitale prevalentemente) ho sempre avuto questo dualismo interno, questa battaglia etica interiore.
La battaglia è portata avanti da due fazioni:
quella dello sperimentatore pazzo: dove sei gasato dallo sviluppare sistemi tecnici per sfruttare l’algoritmo e vedere la dashboard di Facebook Ads che refreshando conta nuovi acquisti ogni secondo grazie a sistemi di marketing
Quella che pensa che non vorrebbe che tutto questo fosse fatto a lui
A volte mi capita di leggere su Linkedin post di colleghi che ritengono i cookie pressanti un vantaggio per tutti:
l’azienda spende meno
l’utente riceve pubblicità per cose che gli piacciono
Tutti siamo contenti.
Io non sono di questa scuola, il fatto di ricevere una pubblicità in target è una cosa buona per ALCUNI utenti.
Questo continuo stimolo commerciale ha spinto infatti molte persone a diventare dei veri e proprio shopaholic (dipendenti dallo shopping), compratori compulsivi.
Questo ha portato allo sviluppo di soluzioni come il Buy Now Pay Later, soluzioni di consumismo e indebitamento figlie del fondo del barile capitalista della nostra società.
Questi utenti dall’acquisto compulsivo aumentano sempre più e si vanno ad aggiungere a persone che già avevano questo problema di per sé.
E se anche sono una piccola fetta, è giusto che ci sia una tutela nei loro confronti.
Non credo che il Marketing abbia bisogno di algoritmi e scardinamento della psiche.
Credo che il Marketing sia un processo naturale dell’azienda dove si costruisce una relazione. Il Marketing deve avere un ruolo sociale e deve avere uno scambio con le persone, non prendere e basta.
Ma tutto questo preambolo che c’entra con Google Analytics?
Analytics è al centro di una bufera nel campo del trattamento dei dati. Il Garante della Privacy infatti si è accorto che i dati raccolti non vengono tenuti in Europa (come da normativa europea) ma vengono inviati negli USA.
Testate giornalistiche hanno definito quindi Analytics “FUORILEGGE”.
Il che ha fatto tremare un po’ tutti, perché le analitiche di un sito sono facili da determinare ma il problema nasce in fase di remarketing con Google Ads.
Cosa succederebbe se da domani non potessi inseguire gli utenti che hanno visto il mio prodotto ma non hanno acquistato? Quanti business salterebbero online?
Tutti a gridare allo scandalo, con l’ansia, ad intasare Linkedin di questa apocalisse.
D’altro canto peró non posso biasimare il Garante.
In tempi di guerra informatica quanto è sicuro affidare i nostri dati ad aziende che hanno già dimostrato di utilizzarli in modo errato?
Quanto è giusto lasciare nelle mani di uno stato estero i dati di navigazione di un intero continente?
Se sistemi come Google Analytics sono su siti della Pubblica Amministrazione, dei Ministeri, quanti dati stiamo dando ad uno stato estero che potrebbero essere usati contro di noi?
È più importante il nostro remarketing? Dobbiamo arrenderci al fatto di dover vivere nel recinto creato per noi dalle Big Tech?
Su Google Analytics: la situazione si risolverà?
Sicuramente, gli stati troveranno un accordo, e Google semplicemente gestirà i dati dall’Europa.
Rimane però sempre il dubbio di lasciare i dati di navigazione dell’intero web a una big tech come Google che di soldi sui nostri dati ne fa tanti.
Intanto le due fazioni dentro di me continuano a fare a pugni.
Tu cosa ne pensi? Rispondi a questa mail o lasciami un commento su Substack, sono felice di ascoltare altre opinioni!
Porn-Adv! 📢
La domanda non è “avrò paura che mi rubino le ruote?” , la vera domanda è “Perchè dei polli in una gabbia non dei mattoni?”
Grande Giove! ⚡️
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